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L’ Osservatorio Q|P raccoglie, analizza e interpreta i dati come i listini delle auto nuove, le quotazioni usato, i valori previsivi, le quotazioni delle auto storiche, i listini dei ricambi ufficiali,  i listini delle moto e le relative quotazioni.

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Business Intelligence

Grazie alla nostra banca dati, siamo in grado di effettuare un monitoraggio costante e un’approfondita analisi dei dati. L’ Osservatorio Q|P è una fonte di informazione autorevole e continuamente aggiornata. Permette di fotografare con precisione le dinamiche del settore automobilistico e motociclistico, sia in forma aggregata che disaggregata (per alimentazioni, segmenti, marche e modelli).

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12 novembre 2024

SI SEMPLIFICA L’OFFERTA DELLE CASE:

IN UN ANNO 26 MODELLI IN PIÙ, MA 643 VERSIONI IN MENO

È noto che, a dispetto della complessità del prodotto auto, l’offerta delle case automobilistiche è estremamente dinamica. Nessuno però, finora, aveva analizzato nel dettaglio la composizione del mercato in termini di marche, modelli e versioni né osservato le dinamiche in atto all’interno di questi tre perimetri. Lo ha fatto l’Osservatorio Quattroruote Professional, la nuova iniziativa di analisi dei mercati automotive dell’Editoriale Domus, rivelando che a novembre il mercato dell’auto nuova risulta composto da 71 brand, 439 modelli e ben 4.541 versioni. In media, dunque, per ogni modello a listino sono disponibili oltre dieci diverse configurazioni in termini di motorizzazione o allestimento.

Se si osserva la dinamica del mercato negli ultimi 12 mesi, tuttavia, si scopre che l’offerta si sta lentamente semplificando. E che questo processo sta avvenendo in maniera costante da maggio 2024.

Rispetto a novembre 2023 il numero di brand presenti sul mercato è rimasto invariato, mentre modelli e versioni hanno registrato dinamiche divergenti. A fronte di un marcato aumento di modelli, 26 in più (+6,3%), le versioni (-643) sono diminuite in misura quasi doppia in termini percentuali (-12,4%). Il risultato è che da una media di 12,6 versioni per modello di un anno fa si è passati a una media attuale, come detto, di 10,3.

Se si analizza il dato per marca, si scopre che il brand ad avere arricchito di più la propria offerta è stato BMW, le cui versioni sono aumentate del 3,7%, davanti a Volkswagen (+1,9%) e Skoda (+1,5%). Al contrario, i marchi che nell’arco dei 12 mesi hanno ridotto maggiormente le versioni proposte sono state Mini (-1,2%), Land Rover (-1,5%) e Audi (-2,2%).

14 Ottobre 2024

IL PREZZO MEDIO DEI RICAMBI CRESCE MENO DI QUELLO DELLE AUTO NUOVE

INCREMENTI PIÙ ALTI NELLA MECCANICA CHE NELLA CARROZZERIA

Cresce, ma meno delle vetture nuove, il prezzo medio di listino – quindi al netto degli sconti praticati sul mercato – dei ricambi auto ufficiali. Lo rivela l’Osservatorio Q|P , la nuova iniziativa di analisi dei mercati automotive dell’Editoriale Domus, evidenziando come a fronte di un incremento del 5% registrato dalle macchine nuove tra ottobre 2023 e ottobre 2024, i componenti abbiano registrato una crescita del 3%. Ma con dinamiche diverse tra quelli di carrozzeria e quelli di meccanica: +3,3% per i primi, +2,8% per i secondi, il cui prezzo medio, peraltro, è sensibilmente superiore.

L’incremento registrato a ottobre indica inoltre un rallentamento rispetto all’aumento del 3,5% tendenziale registrato a luglio (la rilevazione dei prezzi da parte di Quattroruote Professional avviene con cadenza trimestrale), al +3,9% di aprile e al +5,5% di gennaio 2024. Insomma, la dinamica dei prezzi mostra un evidente raffreddamento della crescita.

Se si disaggregano i dati per brand, nella meccanica gli incrementi più alti, limitatamente ai costruttori di auto, hanno riguardato Toyota (+8,1%), SsangYong (+7,5%) e Dacia (+7%), mentre non hanno registrato variazioni medie Mahindra, Evo, Tata, MG e Cadillac. Nella carrozzeria, ai primi posti per entità degli aumenti vi sono Lynk & Co (+16,2%), Maserati (+9,6%) e Toyota (+8,3%); nessuna variazione per Chevrolet, Mahindra e MG.

TOP 10 VAR % MECCANICA PER MARCA

TOP 10 VAR % carrozzeria PER MARCA

Se invece si disaggregano i dati per famiglia di ricambio, nella meccanica hanno avuto una dinamica più vivace l’impianto frenante (+3,7%) e lo sterzo (+3,3%); al contrario, cambio e trasmissione (+2,3%) e climatizzazione (+2,1%) hanno registrato gli incrementi minori.

Nella carrozzeria, invece, spicca l’incremento dei lamierati interni (+10,5%), seguito dai lamierati esterni (+3,8%); in coda nella graduatoria degli aumenti medi dei prezzi di listino dei ricambi ufficiali di carrozzeria, invece, si trovano i cristalli (+3,0%) e i rivestimenti interni (+2,9%).

Infine, se si disaggrega per singolo ricambio, nella carrozzeria hanno registrato aumenti sensibili il parafango posteriore parte inferiore (+10,5%) e le cinture di sicurezza anteriori (+7,8%), mentre nella meccanica si segnalano l’ammortizzatore anteriore autolivellante (+5,3%) e il cuscinetto interno del mozzo anteriore (+5,0%).

13 Settembre 2024

IL MERCATO CONTINUA A PENALIZZARE L’USATO ELETTRICO

Continuano a essere penalizzate, nel mercato dell’usato, le quotazioni di vendita Iva compresa delle auto elettriche, sempre più distanti – in termini di valore residuo percentuale rispetto al prezzo di listino iniziale rivalutato – dalla media del mercato.

In base ai dati rilevati dall’Osservatorio Q|P, la nuova iniziativa di analisi dei mercati automotive dell’Editoriale Domus, a settembre la differenza, in negativo, del VR medio ha toccato un nuovo massimo storico sia sugli esemplari di 12 mesi sia su quelli di 48, mentre sulle vetture più anziane (72 mesi) la forbice si è leggermente ridotta.

Più nel dettaglio, nel perimetro delle auto di 12 mesi la differenza di valore residuo medio tra le Bev (linea rossa nel grafico) e il mercato nel suo complesso (linea grigia) – comprese le macchine con la batteria di trazione – si è allargata per l’ottavo mese consecutivo e a settembre ha raggiunto i 7,41 punti percentuali: 66,75% per le elettriche, 74,16% per il mercato nel suo complesso. Rispetto ad agosto, il gap è aumentato di 0,6 punti e di 5,56 punti nel confronto con settembre 2023.

Da notare che fino a febbraio 2021 i rapporti di forza – nel perimetro delle auto con 12 mesi di anzianità – erano invertiti, ossia le Bev di un anno avevano un valore residuo mediamente superiore a quello medio del mercato.

Sulle vetture con 48 mesi di anzianità, la differenza di valore residuo medio è ancora più ampia e ha toccato, a settembre, i 12,46 punti percentuali. Rispetto al 58,02% medio, il VR delle macchine con la sola batteria di trazione si è attestato al 45,56%. Anche in questo ambito, il mercato continua a penalizzare le Bev, visto che il gap si è allargato per l’undicesimo mese consecutivo.

Infine, le vetture con 72 mesi di anzianità. In questo perimetro, la forbice, pur restando ampia (10,79 punti) si è invece ridotta per la prima volta dopo cinque mesi: dai 12,14 punti di agosto a 10,79 di settembre. Nel confronto con lo stesso mese dell’anno scorso, però, il gap è comunque aumentato di 2,23 punti.

Secondo Carlo Siviero, Data Factory & Market Analysis Director di Quattroruote Professional, il motivo della crescente debolezza dei valori residui delle auto elettriche, con la sola esclusione di Tesla, “risiede principalmente nella debolezza della domanda. I motivi sono diversi. In primo luogo, i costi d’acquisto superiori a quelli dei veicoli termici con analoghe prestazioni. Ciò, nonostante una diminuzione nel tempo del costo al kWh delle batterie, risultata però inferiore alle attese e non compensata dai minori costi di manutenzione, che non sempre il potenziale acquirente percepisce. Il secondo motivo è il timore del consumatore di una precoce obsolescenza e, quindi, di una sensibile perdita di valore dovuta al fatto che la tecnologia non è ancora arrivata a maturazione in termini di autonomia, consumi e velocità di ricarica. Un timore alimentato anche dai ritardi di sviluppo della rete di ricarica. Alla debolezza della domanda contribuisce poi la scarsa trasparenza sull’usato elettrico. Spesso”, sottolinea Siviero, “persino nei siti specializzati non sono dichiarate né la capacità residua della batteria, che deve essere certificata dalla Casa o da un ente terzo autorevole, né l’autonomia residua né i tempi di ricarica nelle diverse situazioni. In alcuni casi manca persino la “taglia” della batteria se il modello ne prevede più di una, parametro essenziale per la comprensione del valore del veicolo. Infine, la perdurante scarsa chiarezza del quadro normativo, per esempio sulla possibilità che siano riproposti a breve gli incentivi all’acquisto o che l’Unione Europea sposti in avanti la data di messa al bando dei motori a combustione termica”.

25 Luglio 2024

Corrono i prezzi delle auto nuove

In cinque anni il listino medio di tutti i modelli /versioni/allestimenti offerti sul mercato è aumentato del 47%. Negli ultimi 12 mesi la crescita è stata del 6,6%.

Rispetto all’ultimo anno pre pandemia, la media dei prezzi di listino di tutte le auto nuove in vendita in Italia, escluse le supercar, è aumentata del 47,4%. Lo rivela l’Osservatorio Quattroruote Professional, la nuova iniziativa di analisi dei mercati automotive dell’ Editoriale Domus che ha analizzato i listini ufficiali di luglio 2020 – quando il prezzo medio di tutti i modelli/versioni/allestimenti disponibili era di 42.695 euro Iva compresa – e di luglio 2024, mese in cui i cosiddetti Infocar Anno/Mese hanno registrato un prezzo medio di 62.950 euro Iva compresa.

L’incremento, evidenzia l’Osservatorio Quattroruote Professional, sconta anche la trasformazione che ha investito il mercato dell’auto negli ultimi anni. Sono appena 11 su 4358, infatti, i modelli/versioni/allestimenti presenti cinque anni fa che risultano tuttora a listino. Un cambiamento che si spiega non solo con la transizione ecologica nella prospettiva della riduzioni di emissioni climalteranti in cui è impegnata l’industria automobilistica (che ha portato a massicci investimenti nell’elettrificazione della gamma di ciascuna Casa), ma anche con l’arricchimento tecnologico, in termini di sicurezza attiva, a cui sono state progressivamente “costretti” i costruttori (solo pochi giorni fa, il 7 luglio 2024, è diventato obbligatorio su tutte le auto di nuova immatricolazione un pacchetto di Adas che comprende la frenata automatica, il mantenimento della corsia, il monitoraggio del guidatore, l’intelligent speed assistant, l’Event data recorder, ossia la scatola nera incorporata nell’auto, la predisposizione dell’alcolock e il monitoraggio della retromarcia).

Se invece si prendono a riferimento gli ultimi 12 mesi, il prezzo medio di listino di tutti gli Infocar Anno/Mese presenti a luglio 2023 e a luglio 2024 ha registrato un incremento del 6,6%, con il prezzo medio che è passata da 59.026 a 62.950. Il mercato, sottolinea l’Osservatorio Quattroruote Professional, ha subito un’importante trasformazione anche nell’ultimo anno. I modelli/versioni/allestimenti a listino che erano presenti già 12 mesi fa, infatti, sono appena 1876 su 4358. Insomma, la composizione dell’offerta risulta mutata profondamente nel giro di appena un anno.

Tornando ai prezzi delle auto nuove, l’Osservatorio Quattroruote Professional precisa che i dati si basano sui prezzi di listino ufficiali di tutti i modelli/versioni/allestimenti di tutte le case automobilistiche presenti in Italia nei periodi indicati e non tiene conto né degli sconti praticati ai singoli clienti dalle singole concessionarie né delle campagne promozionali proposte degli stessi costruttori, due fattori che, a seconda della politica commerciale della Casa e dei dealer, dei mesi dell’anno e dei periodi storici, possono abbattere di alcuni punti percentuali il prezzo finale di vendita del singolo esemplare (peraltro gravato degli accessori a pagamento, non oggetto dell’analisi).

A questo proposito, l’Osservatorio Quattroruote sottolinea che gli sconti e le campagne promozionali erano mediamente più generosi cinque anni fa e un anno fa, quando l’offerta era sensibilmente superiore alla domanda, rispetto a quelli praticati attualmente, in una situazione di mercato che solo negli ultimi mesi si sta riallineando a quella pre Covid.

18 Luglio 2024

Scendono leggermente le quotazioni delle auto usate

A luglio valori residui in calo per le vetture con anzianità di 12 e 48 mesi

Le quotazioni delle auto usate stanno mediamente scendendo. Lo certifica l’Osservatorio Quattroruote Professional, la nuova iniziativa di analisi dei mercati automotive dell’Editoriale Domus, secondo cui il calo è evidente sulle vetture con minore anzianità, quelle targate da 12 mesi (prevalentemente l’usato ex noleggio a breve termine e aziendale) e lieve su quelle con anzianità di 48 mesi (in maggioranza ex noleggio a lungo termine), mentre gli esemplari immatricolati da più tempo mostrano, in media, ancora una leggera crescita.

I grafici in basso mostrano l’andamento del valore residuo medio percentuale rispetto al prezzo di listino nel periodo compreso tra luglio 2023 e luglio 2024 nelle tre situazioni analizzate dall’Osservatorio Q|P. Come si può vedere, nel primo diagramma (12 mesi) il calo, ancorché con andamento variabile, prosegue ininterrottamente da ottobre 2023. In particolare, negli ultimi nove mesi il valore residuo medio è passato dal 75,8 al 74%. Per trovare un valore più basso di quello di luglio 2024 bisogna tornare indietro a dicembre 2022.

Sulle auto con 48 mesi di anzianità, invece, il rallentamento è appena accennato. Di fatto si tratta, per il momento, di una stabilizzazione delle quotazioni, che a luglio, con un valore residuo del 57,9%, restano non lontane dal massimo storico di febbraio 2024 (58,2%). Per vedere un dato inferiore all’ultimo, bisogna risalire solo a dicembre 2023.

Per quanto riguarda, infine, le vetture più anziane, quelle di 72 mesi, il 46,5% di valore residuo registrato nel mese di luglio costituisce un nuovo massimo storico, anche se osservando l’andamento del dato su un arco di tempo più lungo risulta evidente il rallentamento di una crescita che aveva iniziato ad accelerare nell’autunno del 2021. Dall’inizio del 2024, infatti, l’aumento del VR a 72 mesi è stato di appena otto frazioni di punto, mentre nello stesso periodo del 2023 era stato di ben 3,1 punti percentuali.

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