Auto usate: è boom dei prezzi
Mentre a novembre si parlava di stallo delle quotazioni dell’usato, dopo il periodo estivo in cui c’era stato un brusco calo, nell’ultimo periodo i prezzi hanno iniziato ad aumentare velocemente, anche a parità di condizioni (modello/allestimento/anzianità e percorrenza). A causa di questo incremento continuo dei prezzi e dalla ridotta disponibilità di offerta sul mercato acquistare un veicolo usato è sempre più difficile.
Posto che ogni singolo veicolo fa storia a sé in relazione alla percorrenza specifica, alla presenza di accessori a pagamento particolarmente qualificanti (es: interni pregiati), alla zona del Paese, alla domanda contingente, alla stagione e alla disponibilità di esemplari simili, vediamo quali sono stati i rincari più alti sul mercato e, soprattutto, i motivi di questi aumenti.
Ibride e benzina patiscono i rincari più alti mentre il plug-in diesel cala
Dai dati elaborati dalla nostra Analisi di mercato, in testa, con il rincaro più corposo, ci sono le macchine full hybrid a benzina con un +3,7%, seguite dalle vetture mild hybrid diesel (+3,6%) e dai veicoli a benzina (+3,2%). Tra le crescite meno rilevanti troviamo invece le plug-in a benzina (+2,4%), seguite da Gpl (+1,3%) e metano (+1,2%).
L’unica categoria ad assistere invece a un calo delle quotazioni è quella delle plug-in diesel, in diminuzione del -5,3%.
Come mai questi aumenti?
I motivi sono vari e disparati ma, partendo dai più ovvi, troviamo la continua diminuzione dell’offerta: il crollo delle immatricolazioni di vetture nuove legato alla pandemia ha infatti inevitabilmente trascinato con sé le permute, cioè le vetture ritirate dalle concessionarie a fronte dell’acquisto di un esemplare nuovo.
La crisi dei microchip, in seconda istanza, ha allungato i tempi di consegna delle macchine da ordinare.
Ma il vero responsabile è l’inaridimento del principale canale di alimentazione di questo mercato: l’ex noleggio.
Com’è possibile? La pandemia ha, da un lato, bloccato il turismo con il conseguente fermo della rotazione di flotte da parte delle aziende di rent a car, dall’altro, spinto chi aveva un contratto di noleggio a lungo termine ad allungarlo nuovamente, invece che stipularne uno completamente nuovo. Così facendo l’immissione sul mercato dell’usato recente è stata ritardata, se non direttamente fermata.