A causa del coronavirus il mercato auto italiano ha sostanzialmente azzerato le immatricolazioni. Secondo i dati diffusi dal ministero dei Trasporti, ad aprile sono state immatricolate 4.279 vetture, con una contrazione del 97,6% rispetto a un anno fa.
Tra marzo e aprile si è registrata una forte riduzione del mercato anche nel consuntivo dei primi quattro mesi dell’anno.
Dando uno sguardo alle singole case di produzione possiamo dire che durante le misure imposte dal lockdown, più di un terzo della domanda riguarda vetture del gruppo FCA, capace di immatricolare 1.620 vetture (-96,35%), principalmente tra Fiat, Jeep, Alfa Romeo, Lancia e nessuna immatricolazione per la Maserati. La francese PSA perde il 96,34%, con 1.059 immatricolazioni. Le immatricolazioni del gruppo Volkswagen, pari a 298, crollano del 98,85%, con il marchio omonimo in discesa del 99,1% (138), a seguire Audi, Seat e Skoda. La Lamborghini attesta le perdite a -73,91% ma con solo sei vetture commercializzate.
Il gruppo Renault, con 521 immatricolazioni, perde il 97,1%, frutto di una contrazione del 95,21% per la marca omonima e del 99,19% per la Dacia. In forte flessione anche la Ford, con 222 registrazioni e un -97,97%.
Il gruppo BMW, con 101 registrazioni, perde il 98,45%. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota, con 54 immatricolazioni, flette del 99,37%, con il marchio omonimo in calo sempre del 99,37% e la Lexus del 99,53%. La Nissan perde il 99,59% (18 immatricolazioni), la Suzuki il 99,33% (18), la Mazda il 99,16% (7), la Honda il 97,86% (16), la Mitsubishi il 98,96% (6) e la Subaru il 93,85% (8). La coreana Hyundai scende del 99,02% (37) e la consociata Kia del 99,52% (23).
Nel segmento premium la Volvo, con 13 immatricolazioni, subisce un crollo del 99,27% e il gruppo Jaguar Land Rover, con 59, del 96,97%. La Tesla perde il 50,24%, con 104 registrazioni, e la Porsche flette del 98,73% (10 vetture immatricolate) mentre sono pari a zero le immatricolazioni dell’Aston Martin e della Ferrari.
La Panda è sempre in testa alla classifica dei modelli più popolari, grazie a 471 immatricolazioni. Al secondo posto la Renault Zoe e al terzo la Jeep Compass. Per quanto riguarda le auto elettriche, queste registrano un calo di minor entità rispetto alle altre motorizzazioni. Le auto a batteria assistono, infatti, a un calo del 58,1%, rispetto alle più consistenti flessioni per le altre. Per quanto riguarda i canali di vendita, i privati flettono del 97,8%, mentre il mercato dell’usato limita le perdite rispetto al nuovo.
“La riapertura – dichiara Michele Crisci, presidente di Unrae – avviene con una domanda da parte di famiglie e imprese fortemente indebolita.” Nonostante la riapertura, molte concessionarie potrebbero non sopravvivere a causa della crisi di liquidità dopo due mesi di ricavi azzerati. Si richiede, quindi, al sistema delle banche, liquidità immediata per le imprese del comparto auto e al governo un’accelerazione seguita da azioni efficaci: “serve un decreto ‘verticale’, con misure specifiche per il settore automotive”, ha ribadito Crisci. L’Unrae chiede quindi al governo l’adozione urgente di provvedimenti concreti a sostegno della filiera.